giovedì 8 marzo 2012

Un Argomento Stimolante







son affusolato, anonimo, e maleodorante
mabbranchio alla suola, manko fossi un collante;
son concime, metano e pure satira,
senti la genti poi come ne blatera:

per molti un cumulo insormontabile,
per altri un sollievo ineffabile,
per troppi, un male incurabile.

per i coloriti estimatori è un motto giuoviale,
per i perbenisti indignati è tvoppo volgare,
per l'inguaiato di turno, proprio un intercalare; 
per l'umanità soggiogata, il quotidiano pane. 
Per il moralista infine è lordura immonda,
ma è anche merito d'essa, se la terra è naturalmente feconda.

la fà il politico, a sua immagine e somiglianza, il cittadino, che ebbro si beve la sua parlanza, il ribelle, serve la causa con abnegazione e costanza, forse nun cel sà, ma è la nostra unica speranza, il folle, s'adatta sempre all'occorrenza, il magistrato, prosegue ligio di incuranza, nella sua cieca ottemperanza, il giullare, quanto si spanza! cè poi il medico, quello egoista, ne prescrive sempre in compiacente abbondanza, lo chef, guarda pasolini, ne ha fatto addirittura una pietanza, il valsusano, ignobilmente avvelenato a oltranza, l'immigrato, ti stupiresti della nostra, quanto n'abbia a somiglianza! il viaggiatore, vita frugale, raccimola una modesto capitale: agogna l'errabonda distanza, la prossima vacanza, lo spocchioso, annega nella sua boriosa parnanza, pavoneggiandola a grottesca usanza, il guerriero, con intrepida baldanza, implacabile affronta l'orda famelica che avanza, il musicista, ci mette cuore, grinta e costanza, ma le major non ne hanno mai abbastanza, l'illuminato, che fotte la maggioranza, il costipato, ennamadonna ke mal de panza!
il cospirazionista, che s'adentra nei meandri dell'intricata esistenza, l'imprenditore, vorace fagocita la concorrenza,
l'animalista, strenuamente difende i diritti, di chi ne fa tanta, ma non è reputata di sittanta pregiata provenienza,il popolo italiano, che più passa il tempo e più ne ha veramente a sufficienza! il papa, la devolve tutta in benficienza, il fattone, sempre occhio alla provenienza, il programmatore, a tappar falle è una vera eminenza, l'emarginato affoga nell'indifferenza, l'indigente, lui, rovista nella sofferenza; il beone, che proprio non riesce a star senza! il sognatore, l'intangibile presenza, vola alto, solcando nuvole pregne di conoscenza, il palestrato, magna, pompa e ne fa in eccedenza, pensa allora che capienza, il cassintegrato, incarna lo spirito d'inossidabile resistenza, nella quotidiana lotta alla sopravvivenza, il tatuato, e la sua brama di libertina indipendenza; l'arrampicatore, scala le vette con mirabile prestanza, ma sempre occhio alla friabile consistenza, l'artista, evade dalla reale fossilizzazione, donando gioia e fratellanza, più di tutto informazione libera d'ogni lenza, della sua valenza ne percepisce a pieno l'essenza, ce anche l'insegnante, che affoga nella sua stessa ignoranza e il trendy, suo unico comandamento, la fatiscienza, cio che conta è solo salvare l'apparenza; quasi dimenticavo l'imbucato, non a caso, un nome tanto azzeccato!

non è proprio mimosa, quest'abnorme sostanza, ma sentissi che fragranza!

azoto, nitriti e falde acquifere, cocktail letale per irrorazioni pestifere; essa invece nè chimica, ne tossica, niente ha di cancerogeno, non è un gas nervino, nè un agente patogeno, non genera alimenti mutanti, e mica sono i soliti, sintetici fertilizzanti!
e pensare ke invece del masochistico inquinare, del biogas a costo 0 ci si potrebbe fare! invece impera l'onnipresente logica del profitto: suvvia sior e siori, dopotutto è soltanto vitto; a ragion veduta siamo, ciò di cui ci nutriamo: alimento artificiale, elisir di vita letame. Pare superfluo ma si rivela determinante, nell'umana escalation a cloaca ambulante; 

per il latifondista sono sperperi ingenti,
per la multinazionale del farmaco, dinari sonanti,
tra noi morti viventi miete impunita vittime innocenti;
il lobbista, chiamalo anke arrivista, ancora una volta, è il solo protagonista.

dalla mondanità sittanto catturati, da non accorgerci di esserne totalmente invischiati; in principio solo un intuizione, poi una pallida supposizione, e via via verso l'amara concretizzazione:
 in un mondo ignobilmente contaminato, non sono nato, orsù, mi ci hanno strenuamente defecato!

guarda in alto, ma anke in basso, o rischi di pestarla col solo passo, ti giri e ti rigiri sempre di mezzo sta, è un invasione ma, anche lei il diritta alla vita celha; ora le sue doti non sto troppo a decantare, infondo, è di un pezzo di merda di cui stiamo a confabulare, sembrerebbe onnipresente forse anche ammorbante, ma l'apparenza è sempre fuorviante; il superfluo si rivela piuttosto un:






"Quando la merda varrà oro, il culo dei poveri non apparterrà più a loro."

Henry Miller



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