sabato 4 giugno 2011

Into The Wild



Into the Wild - Nelle terre selvagge (Into the Wild) è un film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn, basato sul romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme, in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless, giovane proveniente dal West Virginia che subito dopo la laurea abbandona la famiglia e intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska. 

La colonna sonora del film (psw: www.elcachondeo.cl) è composta da musiche e canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, con pezzi alla chitarra eseguiti da Michael Brook e Kaki King. Guaranteed, brano principale della colonna sonora, ha vinto un Golden Globe per la migliore canzone originale nel 2008. In questo lavoro Vedder mette da parte il genere che per anni lo ha caratterizzato, il grunge, realizzando una colonna sonora melodica e strumentale con venature folk, avvalendosi di chitarra acustica ma anche di strumenti come il banjo e l'ukulele.

Il regista riesce a raccontare con estrema semplicità la storia di un ragazzo alla ricerca di se stesso raccontandone i sogni, l'inquietudine e gli errori, realizzando un road movie in cui racconta con sensibilità la storia di Chris, senza farlo apparire come un martire o un eroe moderno ma raccontando semplicemente il suo viaggio verso una libertà estrema. Penn porta sul grande schermo la storia senza un ordine cronologico ma avvalendosi dell'uso dei flashback, tra presente e passato, come pezzi di un puzzle che ritraggono lo spaccato di vita di un giovane uomo. Egli non si limita però a ripercorrere l'avventura on the road di Chris, bensì scava nel profondo analizzando anche i suoi rapporti con la famiglia e la società. Grazie anche ad un'intensa fotografia, il regista riesce ad esaltare la bellezza di molti paesaggi naturali incontaminati, giocando con i contrasti tra natura e civiltà.

La voce narrante della sorella di McCandless, Carine, racconta la vita di Chris prima della sua laurea e del suo viaggio, mentre la voce narrante dello stesso McCandless riferisce i suoi pensieri allo spettatore, fornendo citazioni letterarie e gli scritti del suo rapporto epistolare con Wayne Westerberg, il tutto con frasi che vengono sovrapposte alle immagini del film come se lo schermo fosse una tela o un diario. Il film si chiude con l'immagine reale di Christopher McCandless nel celebre autoscatto che lo raffigura appoggiato al Magic Bus, unico fotogramma che documenta la sua presenza in Alaska.
Dopo l'uscita del film nelle sale, grazie al successo ottenuto, molti avventurieri o semplici amanti della natura hanno emulato le gesta di McCandless ripercorrendo le tappe del suo viaggio. In un articolo di Francesco Semprini pubblicato su La Stampa del 2 luglio 2008 viene raccontata la mania dilagante negli Stati Uniti di molti pellegrinaggi alla vecchia carcassa dell'autobus del Fairbanks Transit System, per visitare il luogo dove Chris visse i suoi ultimi giorni e la lapide messa in sua memoria. Il giornalista paragona questo tipo di pellegrinaggio a quello che giornalmente accade alla tomba di Jim Morrison, al cimitero Père Lachaise di Parigi.




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«Il mare non fa mai doni se non duri colpi e qualche volta volta un'occasione di sentirsi forti, ora io non so molto del mare ma so che qui è così e quanto importi nella vita non già di essere forti ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa.» [cit.] Primo Levi

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