sabato 4 giugno 2011

Jun Fan Jeet Kune Do... La leggenda di Bruce Lee

  

Lee Jun-Fan ( 27 Novembre 1940 - 20 luglio 1973) è stato un attore cino americano, istruttore di arti marziali, filosofo, regista, produttore cinematografico, sceneggiatore e fondatore del Jeet Kune Do. Egli è considerato l'atleta di arti marziali più influente dei tempi moderni nonchè un icona culturale.

Anche se l'introduzione di Bruce Lee nel campo delle arti marziali si crede sia dovuta alla trasmissione paterna, in realtà Lee non studiò mai il Tai Chi (appunto trasmesso di padre in figlio) seriamente. Era uno stile che non si confaceva assolutamente alle sue caratteristiche peculiari, prima fra le quali la sua incredibile velocità. Lee studiò assiduamente Kung Fu Wing Chun con sifu (Yip Man) nello stile. Bruce in realtà era attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, tanto che si allenò anche nel pugilato occidentale. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter Li, che all'epoca era campione di scherma. Questo approccio a 360° distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo 'stile senza stile': Jeet Kune Do.


"Uilizza solo ciò che è funzionale, e prendilo ovunque sia possible trovarlo".


Lee si rese conto che i diversi praticanti di arti marziali dell'epoca non impiegavano abbastanza tempo per lo sviluppo della propria condizione fisica. Al contrario, Lee incluse nel suo allenamento tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire e aumentare la massa muscolare. Tuttavia, fu sempre attento nel sottolineare quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell'allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Nel suo libro Tao of Jeet Kune Do scrisse:


"L'allenamento è una delle fasi più trascurate dagli atleti. Troppo tempo è dedicato allo sviluppo della pratica e troppo poco allo sviluppo della persona nella pratica di quest'arte. Jeet Kune Do, sostanzialmente, non è una materia dalle tecniche banali ma di alto sviluppo mentale e fisico."


Si allenava dunque ogni mattina dalle 7.00 alle 9.00, praticando esercizio addominale, di flessibilità, sessioni di corsa, per poi riprendere dalle 11.00 alle 12.00. Lee percorreva l'equivalente di 10 miglia in 45 minuti di bicicletta. Qualche volta, dopo essere andato in bicicletta, si esercitava con la corda anche arrivando a fare 800 salti. Spesso faceva anche esercizi per temprare la pelle delle sue mani, tra cui lo spingerle di forza in secchi colmi di pietre e ghiaia. Avrebbe fatto più di 500 ripetizioni di questo esercizio in un dato giorno tanto che in un articolo del China S. Post scrissero: "Quando un dottore lo avvertì di non infliggere troppa violenza sul suo corpo, Bruce ha respinse le sue parole dicendo: 

"Il cervello umano può sottomettere qualsiasi cosa, anche il dolore vero e proprio" 

La sua preparazione fisica fece sì che fosse capace di esibirsi in alcune eccezionali prestazioni. La lista seguente parla delle prestazioni che sono documentate e supportate da fonti affidabili.

    Bruce Lee cercò sempre di migliorarsi, sia dal punto di vista mentale che fisico. Si allenava sei giorni su sette, dedicando spesso la domenica a sedute di pugilato. Ogni qualvolta raggiungeva un livello, se ne prefiggeva uno ancora più alto. Ma il 13 agosto del 1970, a causa di un errato preriscaldamento dei muscoli in un allenamento di sollevamento pesi, subì un grave infortunio: gli esami clinici mostrarono un serio stiramento al quarto nervo sacrale, nella parte inferiore della schiena. I medici consigliarono a Lee di restare a letto tutto il giorno per un periodo di almeno sei mesi. Inoltre annunciarono fermamente che non avrebbe più potuto praticare arti marziali. Lee osservò scrupolosamente il riposo, ma non riusciva ad impedirsi di pensare. Non era tipo da lasciarsi abbattere, e se non poté allenare il suo corpo, almeno allenò la mente.


    "Se ce una cosa che ho imparato è di essere sempre te stesso e di esprimersi, avendo fiducia in se non cercando di emulare altre personalità di successo e diventando così solo dei duplicati".


    In questo lasso di tempo, che rappresenta sicuramente il periodo più buio nella vita di Bruce, progredì moltissimo nella comprensione e nell'approccio alle arti marziali, tanto che quando si fu rimesso risultò ancora più in gamba di prima. Restò molto colpito nelle sue letture dalla filosofia e dagli scritti di Jiddu Krishnamurti. Egli sosteneva che la verità si trova all'interno di ciascun individuo, e che solo con la contemplazione di sé stessi è possibile trovare un motivo per andare avanti, nonché la fiducia in sé stessi. Nell'arco dei successivi sei mesi, Lee riuscì a recuperare la sua agilità e velocità, oltre alla sua potenza; nonostante ciò, la zona lesionata continuò a tormentarlo fino alla morte, che arriverà purtroppo precoce e inaspettata.

    "Tutti i tipi conoscenza, alla fine portano alla conoscenza di sé"


    proprio in questo periodo travagliato la moglie, Linda Cadwell con la quale aveva un legame unico, indissolubile e che come in tutto il resto della vita passata insieme gli stette sempre accanto aiutandolo nei momenti di buio e amandolo sempre anche nelle decisioni difficili. Determinante infatti fù proprio il suo apporto nel periodo di riabilitazione trascrivendo e rielaborando gli appunti dettati da Bruce a voce. I due si conobbero mentre frequentavano la University of Washington nel Marzo del 1961 , dove lei studiava per diventare un insegnante e prendendo lezioni di Kung Fu proprio da Bruce si conobbero e innamorarono.

    Dopo 3 anni si sposarono e nel corso della loro vita ebbero due figli stupendi, Brandon Lee (1965–1993) e Shannon Lee (b. 1969). Purtroppo Brandon che poi diventò un attore come il padre morì in un "incidente" sul set del film  The Crow il 31 Marzo 1993, circa 20 anni dopo al morte del padre. La figlia invece insieme alla madre ,che continuò sempre anche dopo la morte del marito di trasmettere i suoi insegnamenti, fondarono La Bruce Lee's Foundation, una organizzazione non profit volta proprio a tramandare la sua filosofia sulle arti marziali e sulla vita. Linda scrisse anche un libro nel 1975: Bruce Lee: The Man Only I Knew, sul quale fu basato anche il noto film del 1993 Dragon: The Bruce Lee Story.


    "Rispetta sempre gli altri, non usare mai quello che impari per recare offesa sia fisica che morale ,mantieni sempre l'umiltà e segui sempre l'onore e non l'orgoglio. Non cedere mai alla violenza, allenati con costanza e sii sincero nelle parole e nelle azioni. Rispetta tutte le arti marziali e da vero guerriero segui sempre il valore, la giustizia e la verità"


    Lee è famoso come maestro di arti marziali ma studiò anche recitazione e filosofia mentre era studente presso l'Università di Washington. Egli era colto e aveva una vasta biblioteca. I suoi libri sulle arti marziali e la filosofia di combattimento sono noti per le affermazioni filosofiche, sia concernenti o meno arti marziali. La sua filosofia eclettica spesso rispecchia le sue convinzioni combattimento, anche se egli si è affrettato a sostenere che le arti marziali erano solo una metafora per tali insegnamenti. Egli riteneva che qualsiasi conoscenza in ultima analisi portasse alla conoscenza di sé, e disse che il suo metodo scelto di auto-espressione furono le arti marziali.  Le sue influenze furono il taoismo, Jiddu Krishnamurti, e il Buddismo. D'altra parte, la filosofia di Lee era molto in contrasto con la visione del mondo conservatore sostenuta dal confucianesimo. John Little afferma che Lee era un ateo. Nel 1972, gli fu chiesto se credeva in Dio, e lui rispose: "A essere veramente sincero, non ci credo".
     



    Il suo debutto nel mondo cinematografico Hong Kong avvenne molto presto: aveva addirittura solo tre mesi d'età quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl (1941). Fra i sei ed i diciassette anni partecipò a ben sedici pellicole, anche se il primo film di un certo riguardo lo interpretò a diciotto anni: si tratta di The Orphan (Ren hai gu hong, 1958, ma distribuito solo due anni più tardi), un film che tratta l'argomento della criminalità giovanile. Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista in Il furore della Cina colpisce ancora (The Big Boss, 1971). Il film, girato in Thailandia nel paese di Pac Chong, ebbe un enorme, incredibile successo ai botteghini di tutta l'Asia, e lo catapultò verso la celebrità. Altro film memorabile è L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente (The Way of the Dragon, 1972).

    In questo film, Lee introdusse Chuck Norris come suo rivale, nella scena dello scontro finale nel Colosseo. Verso la fine del 1972, mentre stava già lavorando al progetto di 'The game of death', la Warner gli offrì il ruolo di protagonista in I tre dell'Operazione Drago, (Enter the Dragon, 1973). Era l'occasione che Lee attendeva da sempre, il poter diventare una stella a livello mondiale. Questo sarebbe, e fu il film, che lo consacrò come divo internazionale. Ne fu non solo protagonista, ma coreografo di tutti i combattimenti e coproduttore con la sua Concord Production. Sfortunatamente, il destino pose fine alla giovane vita di Lee appena qualche mese dopo la fine delle riprese, circa un mese prima che il film fosse distribuito nelle sale.


    « Per cogliere l'essenza delle arti marziali occorrono intelligenza, lavoro assiduo e perfetta padronanza delle tec­niche. Per dominare un'arte marziale non sono sufficienti un allenamento intensivo e l'uso della forza. È necessario «capire», e presupposto della comprensione è lo studio del­lo sviluppo del movimento naturale in tutti gli esseri viven­ti. Ma è utile anche osservare gli altri, i modi e la rapidità con cui agiscono e i loro lati deboli. Anzi, proprio la conoscenza di questi elementi ci consente di battere i nostri avversari. »


    Nel diario di Lee, pagina dell'8 gennaio 1967, per la prima volta compare il nome Jeet Kune Do come appellativo dato al suo stile. Inoltre, nel serial televisivo che aprì la stagione del 1971 (Longstreet), James Franciscus, protagonista della serie, in uno degli episodi chiese a Lee: "Come chiami ciò che stai facendo?" e Bruce spiegò a Franciscus che il nome dato al suo personale approccio alle arti marziali, era: Jeet Kune Do. Possiamo quindi definire il Jeet Kune Do secondo la celebre frase "Usa il non metodo come metodo, avendo nessun limite come limite": il Jeet Kune Do infatti non è una vera e propria arte marziale, ma un concetto, il concetto di semplicità, di efficacia e di economia delle energie:

    «un bravo combattente non è colui che ricorda a memoria determinate tecniche o movimenti, ma è colui che riesce sempre e comunque ad essere efficace, non importa che metodo usi, l'importante è ottenere il risultato prestabilito risparmiando più energia possibile.»


    Per evitare che il JKD originale fosse confuso con quello insegnato da altri, cioè dei propri adattamenti liberi su ciò che aveva insegnato Lee, dal 2004 la BLF ha posto prima del nome Jeet Kune Do il nome Jun Fan, che non è altro che il nome cinese di Bruce Lee; così, ora, il nome ufficiale dell'arte marziale di Bruce Lee è Jun Fan Jeet Kune Do, letteralmente: il Jeet Kune Do di Bruce Lee.

    "Non ho inventato un "nuovo stile" composto, modificato o altro di quello che si trova all'interno di una forma distinta come "questo" metodo o "quel" metodo. Al contrario, spero di liberare i miei seguaci dall' aggrapparsi a stili, modelli, o muffe.  Ricorda che il Jeet Kune Do è solamente un nome, uno specchio in ncui vedere "se stessi"...  Non è una organizzazione istituita di cui poter far parte e comunque sia se tu lo capisca o no, è così. Non vi è alcun mistero sul mio stile. I miei movimenti sono semplici, diretti e non canonici. La parte straordinaria di esso sta nella sua semplicità. Ogni movimento in Jeet Kune-Do è così di se stesso. 

    Non c'è nulla di artificiale su di esso. Ho sempre creduto che il modo più semplice sia il modo giusto. Jeet Kune-Do è semplicemente l'espressione diretta dei propri sentimenti con il minimo dei movimenti e di energia. Il più vicino al vero modo di Kung Fu, lo spreco minore di espressione che ci sia. Infine il Jeet Kune Do è esclusivamente Jeet Kune Do non è semplicemente con esso. Egli è attaccato alla sua diffidenza auto-conservatrice, in questo caso, ancorate al modello reazionario e, naturalmente, è ancora legato da un altro modello modificato e può muoversi entro i suoi limiti. Egli non ha digerito il semplice fatto che la verità esiste al di fuori tutti gli schemi; il modello e la consapevolezza non sono mai esclusivi."

    La filosofia del tao prende il nome da Taoismo ed e' stata espressa principalmente attraverso gli scritti di Lao tzu nel suo libro, il Tao Te ching, (il libro della via). L 'applicazione della teoria yin yang e' nota come legge dell'armonia nella quale si dovrebbe essere in armonia, e non in opposizione alla forza e all'impeto dell'opposizione. Il jkd e' basato sul simbolo yin e yang, 2 forze complementari e interdipendenti, che agiscono fra loro senza fermarsi mai. Nel primo simbolo yin e yang sono due parti unite in un “tutto” contenenti ciascuno le qualita'' dei suoi complementari. Yin e' la parte oscura del cerchi o e puo' rappresentare qualsiasi cosa nell'universo, come per esempio le negativita', e la passivita',la gentilezza la femminilità,il buio ecc..Se questa unione e' vista come due entita' separate non si raggiunge la realta' ultima del jkd.
    per esempio, se una persona vuole fare il movimento dei colpi a catena del jkd, nella rotazione deve  contrarre con un braccio mentre colpisce e con l'altro decontrarre, con un ciclo continuo; il movimento  richiede questa unione. Quella di contrarre  e di decontrarre. Nel simbolo Yin e Yang c'e' un punto bianco nella parte nera, e un punto nero nella parte bianca, questo indica l'equilibrio nella nostra vita'. Perche niente puo' sopravvivere da un estremo all'altro. Ricordate che la roccia si sgretola mentre il salice resiste anche alla forza dell'uragano, cosi' chi pratica jkd dovrebbe avere un equilibrio tra la flessibilita', e la durezza al momento opportuno ,alternandosi a vicevolmente: Bruce lee uni' due frecce intorno al cerchio del thai chi per specificare che le tecniche di combattimento del jkd devono contenere un armoniosa combinazione tra yin e yang le cui rappresentano la continua infinita combinazione tra le forze dell'universo. Le frasi in cinese che circondano il simbolo sono:”

    “Non usare nessun metodo in quanto metodo:” “non avere nessuna limitazione in quanto limitazione”

    Il pugno del JKD (Jun Fan) riesce a scaricare un'energia di impatto incredibile, con una velocità impressionante; in un solo singolo pugno del JKD viene espressa la tecnica del karate, la potenza della box e la velocità del kung fu. Questo pugno di velocità pari allo scatto del morso di un cobra può spezzare qualsiasi osso del corpo umano.

     « In definitiva l'uomo di JKD che afferma che il JKD è esclusivamente il JKD, non ha capito niente.Si aggrappa ancora alla resistenza del suo io limitante....lasciatemi ripetere ancora una volta che il JKD è solo un nome,una barca che viene usata per una traversata e che una volta usata si lascia, e non va trasportata sulle spalle...Non confondete il dito con la luna... » (da "Il Tao del Dragone")









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