Nel culmine del fluir d'esistenza, avverti prima o poi, un impercettibile presenza; un corso impetuoso che scorre senza, se n'abbia a consapevole coscienza: sgorga guizzante dalla sorgente che della vita incarna lampante l'essenza.
In principio limpido ruscello d'inceder mesto e temperato quasi a sembrar un bimbo da poco nato: zampillante affiora in superficie, parto della medesima nutrice che d'ogni forma e colore è lungimirante artefice.
Lemme lemme digrede in scorrevole puerizia, rivoli di fluente letizia, frivoli fluiscon senza malizia, trasportan linda spensieratezza, sospinti da una docile brezza: soffio vitale che promana purezza; almeno finchè non aumenta di portata l'ampiezza.
Rapido trasmuta in torrente adolescente, accorre a valle copioso e via via più travolgente, rigidi s'annaspa in balia della gelida corrente, cercando in vano ogni appiglio sebben sfuggente, cozzando contro gli argini senza che sen'abbia, nell'imminente, a far niente:
ogni sasso, un basso fendente, ogni scoglio, un taglio evidente, ogni masso, uno sconquasso permenente; una lacera carcassa galleggia inerte, in stato di vita apparente.
Dunque sopraggiunge il frangente fatale, l'ennesima batosta fluviale, un gorgo infernale, e si soccombe, preda della spirale mortale: il terrore che dalle viscere t'assale; naufraghi si cola a picco, risucchiati nei taciti meandri d'abisso fluviale: l'opale dedalo mentale, tanto mirevole frattale, quanto temibile trappola elementale.
agonia imperversante, asfissia stagnante, amnesia putriscente s'avvinghia inesorabile al compiacente nullafacente su cui la fine è oramai incombente.
Poi un lucore, un bagliore in lontananza, un sogno premonitore che infonde fresca speranza: elettroshock solare come linfa vitale, riporta la carcassa al fervore mentale.
Emergi frastornato, nel grembo d'un fiume rigenarato, in adulto è appena sfociato; con l'acqua alla gola, tremulo ancora, incredulo, del temuto pericolo scampato per ora; il baratro parrebbe scongiurato, ma l'imprevisto è sempre in agguato, anche se una volta ripescato, all'abisso giammai sarai condannato!
In principio limpido ruscello d'inceder mesto e temperato quasi a sembrar un bimbo da poco nato: zampillante affiora in superficie, parto della medesima nutrice che d'ogni forma e colore è lungimirante artefice.
Lemme lemme digrede in scorrevole puerizia, rivoli di fluente letizia, frivoli fluiscon senza malizia, trasportan linda spensieratezza, sospinti da una docile brezza: soffio vitale che promana purezza; almeno finchè non aumenta di portata l'ampiezza.
Rapido trasmuta in torrente adolescente, accorre a valle copioso e via via più travolgente, rigidi s'annaspa in balia della gelida corrente, cercando in vano ogni appiglio sebben sfuggente, cozzando contro gli argini senza che sen'abbia, nell'imminente, a far niente:
ogni sasso, un basso fendente, ogni scoglio, un taglio evidente, ogni masso, uno sconquasso permenente; una lacera carcassa galleggia inerte, in stato di vita apparente.
Dunque sopraggiunge il frangente fatale, l'ennesima batosta fluviale, un gorgo infernale, e si soccombe, preda della spirale mortale: il terrore che dalle viscere t'assale; naufraghi si cola a picco, risucchiati nei taciti meandri d'abisso fluviale: l'opale dedalo mentale, tanto mirevole frattale, quanto temibile trappola elementale.
agonia imperversante, asfissia stagnante, amnesia putriscente s'avvinghia inesorabile al compiacente nullafacente su cui la fine è oramai incombente.
Poi un lucore, un bagliore in lontananza, un sogno premonitore che infonde fresca speranza: elettroshock solare come linfa vitale, riporta la carcassa al fervore mentale.
Emergi frastornato, nel grembo d'un fiume rigenarato, in adulto è appena sfociato; con l'acqua alla gola, tremulo ancora, incredulo, del temuto pericolo scampato per ora; il baratro parrebbe scongiurato, ma l'imprevisto è sempre in agguato, anche se una volta ripescato, all'abisso giammai sarai condannato!
raffiche eoliche, ondate ciclopiche, parabole iperboliche, fibrillazzioni cardiache, visioni oniriche, sensazioni paradisiache.
non più succubi d'un destino ingovernabile: da trama indecifrabile fluisce in sceneggiato malleabile;
cristallino è che tra il divenir e il mare cè di mezzo il fare, ma per quanto nel profondo ti dovessi inabissare, non esitar a ricordare: trattieni il respiro e non ti agitare, toccato il fondale, il contraccolpo puoi sempre sfruttare e quindi a galla in un battibaleno ritornare, una missione a termine hai da portare: hai un siffatto
Fato da Sfatare
cristallino è che tra il divenir e il mare cè di mezzo il fare, ma per quanto nel profondo ti dovessi inabissare, non esitar a ricordare: trattieni il respiro e non ti agitare, toccato il fondale, il contraccolpo puoi sempre sfruttare e quindi a galla in un battibaleno ritornare, una missione a termine hai da portare: hai un siffatto
Fato da Sfatare
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