sabato 23 giugno 2012

Sogno in Perennevoluzione




un bel giorno di volo planato, riposai al suolo le zampe affaticato,
da un lungo viaggio ero appena approdato;

è solo un riprendere fiato, mi dissi, ma a pensar al tempo che già è passato,
 quanto a lungo mi son soffermato, in cuor mio,
è sembrato solo un battito-alato.

ecco, ora, sto posato, a terra appollaiato, rimirando la volta piacevolmente affascinato; ammaliato, resto, da sì mirabili prodezze empatiche:
voli pindarici, gesti atletici, slanci sinergici;

stormi maestosi emergono all'orizzonte, accorron fieri, volteggianti, in figure armoniose, alla volta del rilucente sole, uniti nella corsa, all'eterna peregrinazione: si destreggian in piroettanti acrobazie, frizzanti peripezie, esaltanti coreografie: sciami festanti, nuvole danzanti, solcan il cielo, in formazioni mirabolanti; traccian rotte diverse ma han la medesima destinazione,
planano uniti verso l'alba,
d'un

martedì 5 giugno 2012

Fato da Sfatare

Nel culmine del fluir d'esistenza, avverti prima o poi, un impercettibile presenza; un corso impetuoso che scorre senza, se n'abbia a consapevole coscienza: sgorga guizzante dalla sorgente che della vita incarna lampante l'essenza.

 In principio limpido ruscello d'inceder mesto e temperato quasi a sembrar un bimbo da poco nato: zampillante affiora in superficie, parto della medesima nutrice che d'ogni forma e colore è lungimirante artefice.

Lemme lemme digrede in scorrevole puerizia, rivoli di fluente letizia, frivoli fluiscon senza malizia, trasportan linda spensieratezza, sospinti da una docile brezza: soffio vitale che promana purezza; almeno finchè non aumenta di portata l'ampiezza.

Rapido trasmuta in torrente adolescente, accorre a valle copioso e via via più travolgente, rigidi s'annaspa in balia della gelida corrente, cercando in vano ogni appiglio sebben sfuggente, cozzando contro gli argini senza che sen'abbia, nell'imminente, a far niente:

ogni sasso, un basso fendente, ogni scoglio, un taglio evidente, ogni masso, uno sconquasso permenente; una lacera carcassa galleggia inerte, in stato di vita apparente.

Dunque sopraggiunge il frangente fatale, l'ennesima batosta fluviale, un gorgo infernale, e si soccombe, preda della spirale mortale: il terrore che dalle viscere t'assale; naufraghi si cola a picco, risucchiati nei taciti meandri d'abisso fluviale: l'opale dedalo mentale, tanto mirevole frattale, quanto temibile trappola elementale. 

agonia imperversante, asfissia stagnante, amnesia putriscente s'avvinghia inesorabile al compiacente nullafacente su cui la fine è oramai incombente.

 Poi un lucore, un bagliore in lontananza, un sogno premonitore che infonde fresca speranza: elettroshock solare come linfa vitale, riporta la carcassa al fervore mentale.

Emergi frastornato, nel grembo d'un fiume rigenarato, in adulto è appena sfociato; con l'acqua alla gola, tremulo ancora, incredulo, del temuto pericolo scampato per ora; il baratro parrebbe scongiurato, ma l'imprevisto è sempre in agguato, anche se una volta ripescato, all'abisso giammai sarai condannato!

raffiche eoliche, ondate ciclopiche, parabole iperboliche, fibrillazzioni cardiache, visioni oniriche, sensazioni paradisiache.

non più succubi d'un destino ingovernabile: da trama indecifrabile fluisce in sceneggiato malleabile;

cristallino è che tra il divenir e il mare cè di mezzo il fare, ma per quanto nel profondo ti dovessi inabissare, non esitar a ricordare: trattieni il respiro e non ti agitare, toccato il fondale, il contraccolpo puoi sempre sfruttare e quindi a galla in un battibaleno ritornare, una missione a termine hai da portare: hai un siffatto
 
Fato da Sfatare